Conservazione delle Opere di Street Art
Negli anni ’50 e ’60 un gruppo di giovani anonimi, chiamati “kids” e provenienti dai quartieri più poveri ed emarginati di New York, scriveva con pennarello indelebile per protesta sui muri della città. Il termine “graffiti” fu coniato dai mass media con un’accezione del tutto negativa ed oggi può essere considerato come l’antenato più recente e diretto dell’attuale Street Art. Nel 1971, un giornalista scrisse sul New York Times un articolo intitolato “’Taki 183’ Spawns Pen Pals” riguardante un certo Taki 183 che aveva tappezzato tutta la città con la sua tag. Per la prima volta viene data attenzione al mondo del writing, che si era sviluppato fino al punto di non poter più essere ignorato. La Street Art nasce quindi dall’esigenza di una nuova espressione artistica anche primitiva e caotica. Questa forma d’arte è oggi una cerimonia sociale, culturale e artistica che ha avuto origine nel boom del graffitismo nella New York del 1970, ed ebbe la sua massima espansione con l’avvento della bomboletta spray nel Bronx.
La Street Art è quindi espressione artistica del XXI secolo e fa riferimento a quelle forme d’arte che prendono vita in luoghi pubblici: muri, strade, stazioni, panchine, e in tutti quegli elementi urbani che gli artisti di strada vedono come tela alternativa. Se inizialmente si trattava di un’espressione non riconosciuta, spesso realizzata illegalmente, oggi viene comunemente commissionata da chi intende riqualificare spazi urbani che versano in condizioni di abbandono. Basti citare alcuni dei più importanti progetti di musealizzazione urbana di Roma. Nato nel 2010, MURo è il primo progetto di museo integrato nel tessuto sociale. Le prime opere sono state create nei quartieri romani di Quadraro e Torpignattara dando vita ad un vero e proprio museo che si è poi diffuso in tutta Roma. Del 2015 è, invece, il progetto di riqualificazione urbana della zona romana di Tor Marancia, “Big City Life” il cui obiettivo era quello di creare un distretto di arte pubblica contemporanea unico al mondo, coinvolgendo in questo processo la comunità locale, le scuole e le associazioni di quartiere.
Queste opere sono sempre state considerate delle manifestazioni d’arte effimere, create in uno spirito spesso provocatorio, attivista e di denuncia, un messaggio attuale che non doveva essere necessariamente conservato nel tempo. Negli ultimi anni vi è stato un cambiamento significativo riguardo il loro riconoscimento come opere d’arte da preservare nel tempo, che ha dato l’avvio alle prime ricerche e sperimentazioni scientifiche per la determinazione delle migliori strategie di conservazione e di restauro. Sono vere e proprie opere murarie contemporanee molto complesse perché costituite da materiali eterogenei ancora poco usati nell’ambito dei beni culturali. Sono opere che si trovano in ambiente esterno e quindi sono direttamente soggette all’inquinamento e alle variabili atmosferiche così come, e soprattutto, agli atti vandalici. Inoltre data la natura effimera, spesso l’artista non si è preoccupato ne della scelta del supporto ne dei materiali da utilizzare. Proprio per questi motivi l’obiettivo primario del progetto è quello di individuare le migliori strategie di conservazione e protezione di opere di Street Art soprattutto in vista dei particolari tipi di vernice che sono utilizzate dagli artisti. L’obiettivo principale della sperimentazione è di studiare prodotti efficaci per la protezione delle opere e per la successiva pulitura da atti vandalici, senza modificare l’aspetto estetico e cromatico delle opere.